Lavoratori dello spettacolo in pandemia: i numeri in Italia nel 2020

Nel 2020, l’anno dello scoppio della pandemia, la retribuzione media annua dei lavoratori dello spettacolo è stata di 10.492€ in tutta Italia. 

Si potrebbe creare un lungo elenco con i numeri più sconfortanti dell’impatto che il Covid ha avuto sul comparto dello spettacolo, ma se vogliamo comprendere la ricaduta futura del virus è necessario cercare di dipingere una visione d’insieme attraverso i numeri. Vediamo i numeri ufficiali del rapporto INPS 2020 sui lavoratori dello spettacolo. 

I settori dello spettacolo più colpiti

L’INPS li chiama “conduttori e animatori”, riferendosi alle figure che animano gli eventi live, i più interessati dal calo lavorativo soprattutto durante il primo lockdown. Parliamo di una diminuzione di posti di lavoro pari al 40% (tutte le diminuzioni di cui parliamo si riferiscono al confronto tra il 2019 e il 2020). 

Nemmeno i musicisti e operatori nel settore musicale hanno avuto tregua, con un terzo in meno dei lavoratori. Nella misurazione sono compresi i lavoratori autonomi che si occupano di attività musicali, che hanno visto dimezzare la propria retribuzione media.

Gli attori costituiscono il numero di occupati più cospicuo, con 61.706 lavoratori (per il 23,6% del totale), di cui sono “figuranti” ben 37.088 lavoratori, che vivono per lo più nella zona del Lazio. Rispetto al 2019 gli attori hanno perso circa 22.500 unità.


Differenze di genere, età e nazionalità

Considerando che nel 2020 i lavoratori dello spettacolo sono in maggioranza maschi (57,8%) e giovani (29% hanno meno di 29 anni), non si è osservata una differenza significativa tra calo maschile e calo femminile (rispettivamente -20,6% maschi e -21,6% femmine).

I giovani invece sono stati nettamente i più penalizzati: i giovani fino a 29 anni diminuiscono di quasi un terzo rispetto al 2019. Si osservano di base notevoli differenze nella retribuzione media annua (come abbiamo menzionato all’inizio, 10.492€): 11.418€ è la media maschile, 9.226€ è quella femminile.

Però per quanto riguarda la variazione tra 2019 e 2020, le femmine registrano un aumento medio dello 0,2%, invece i maschi una diminuzione del -3,8%, con l’eccezione delle femmine in fascia d’età 30-39 anni, che vedono calare la retribuzione media del -12,9%.

In conclusione

Stipendi in media più bassi e diversi nuovi disoccupati, soprattutto tra i lavoratori autonomi della musica e tra gli animatori di eventi: questo è, molto sommariamente, il quadro di cui ci parla l’INPS.

Ecco perché è sempre più importante creare delle condizioni favorevoli per i lavoratori della cultura, onde evitare di creare nuove masse di disoccupati.

Una possibile soluzione è consentire a questi operatori degli eventi e della musica di lavorare all’interno delle aziende, prestando la propria opera per migliorare l’immagine aziendale in tutti i modi consentiti.

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dati presi da: https://www.inps.it/news/osservatorio-lavoratori-dello-spettacolo-e-dello-sport-dati-del-2020

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